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Con l’arrivo della nuova generazione (oggi già considerata “vecchia”), Rockstar non poteva smettere di sfornare la sua serie di punta. Con PS2 e PSP, il team GTA si era concentrato negli ultimi anni solo su capitoli spin-off e non si vedeva un capitolo numerato da GTA III, rilasciato nel lontano 2001. Ecco dunque arrivare in grande stile, sette anni più tardi, il nuovo capitolo principale della serie: GTA IV.

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Grand Theft Auto IV – America, here we come!

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Poco da fare. Quando si parla di una serie di successo quale quella di GTA, il mondo dei videogiochi si mostra sempre interessato a vedere cosa il team di sviluppo ha in mente per il salto generazionale. In sviluppo sin dal 2004, i primi annunci di GTA IV suscitarono un hype palpabile nel fanbase della serie. La stessa Rockstar dietro a San Andreas e Vice City, stava cercando di riproporre la stessa formula sulle console next-gen e i fan sapevano cosa aspettarsi.

Ecco infine arrivare il prodotto completo nel 2008. Che dire?

In quanto a trama, seguiamo le avventure di Niko Bellic, abitante dell’Est Europa giunto in America per risolvere delle personali questioni in sospeso e per visitare suo cugino Roman.

Con il proseguire della trama, Niko, che ha un passato nelle guerre jugoslave, si vedrà costretto a tornare a una vita di violenza e crimine quando per aiutare Roman finirà nei guai con la Bratva, la mafia russa.

GTA IV lasciava le ambientazioni Californiane di San Andreas (ultimo capitolo su console fissa), per tornare a una moderna versione di Liberty City in chiave “Grande Mela” New Yorkese. Proprio come New York, Liberty City è frenetica, viva, rumorosa, imponente. Oltre alla maggior parte delle vecchie attività, il giocatore poteva ora spostarsi pagando un taxista, godendosi il panorama durante il resto del viaggio, utilizzare l’enorme rete metropolitana della città, entrare in un’internet point e navigare per la personalissima rete di Liberty City (piena di easter eggs e del sarcasmo tipico della serie), sdraiarsi sul divano e godersi un po’ di sana televisione trash, assistere a una lap dance in uno strip club e così via. C’è dire che alcune vecchie feature da SA, sono state effettivamente rimosse del tutto o ridimensionate, come ad esempio la personalizzazione del personaggio. Niko, rispetto a CJ, non può mangiare quindi ingrassare o dimagrire, non può andare in palestra per pompare la sua muscolatura e neanche tagliarsi i capelli ad afro. Ciononostante, può ancora visitare dei negozi e aggiornare il proprio guardaroba. L’acquisto delle multiproprietà è stato anch’esso rimosso, con il proseguire delle missioni avrete accesso a sedi diverse, ma non aspettatevi nulla di sfarzoso. Anche l’utilizzo dei codici, sempre molto divertenti e utili nei capitoli precedenti, in GTA IV è stato limitato al minimo.

Dove qualcosa è stato rimosso però, qualcos’altro è stato aggiunto, come ad esempio la possibilità di rintracciare i propri amici tramite l’utilizzo del cellulare di Niko, per trattenersi con svariati mini-game quali il bowling, il biliardo, le freccette e altro. Questo potrebbe rafforzare il rapporto con alcuni npc, che arriveranno a concedervi dei privilegi quali l’utilizzo gratis dei taxi, la riduzione delle stelle da ricercato e così via. Potrebbe anche rivelarsi un vero e proprio incubo, dato che vostro cugino Roman, v’implorerà di portarlo a giocare a bowling nei momenti meno opportuni.

Piccola nota dolente è la mancanza di una colonna sonora degna di nota. A parte forse per la main theme non ci sono pezzi davvero memorabili per le radio di questo capitolo, una mancanza tangibile in un GTA.

Il gioco gode anche di una sua modalità multigiocatore  (che probabilmente, ora come ora, è deserta grazie all’infinitamente superiore versione di GTA Online presente in GTA V). Devo confessare un certo odio profondo, verso questa modalità in particolare. Al rilascio del gioco l’avrò provata per un paio di giorni, eccitato all’idea di un’esperienza GTA condivisa con altri giocatori, solo per metterla subito da parte. Era semplicemente gestita male, non era facile trovare una partita decente dove l’host rimanesse fino al termine della sessione e in generale, non era divertente.

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Per il resto, questo è l’unico GTA dove potete ammirare la statua della libertà (diavolo, potete anche entrarci e ammirarne il cuore pulsante) e volare per la skyline di quella che probabilmente è la riproduzione di New York più fedele mai vista in un videogioco.

Buona trama e longevità, un nuovo sistema di copertura per le sessioni sparatutto, un protagonista abbastanza carismatico, doppiato da un doppiatore altrettanto carismatico (Michael Hollick) e due DLC che vanno ad aggiungere tutto ciò che poteva mancare all’esperienza di gioco iniziale (The Lost and the Damned in particolare, lo consiglio a tutti). GTA IV merita di essere provato e ricordato come un ottimo capitolo per la serie e, se ne avete modo, vi consiglio di giocarlo su PC.

In breve: Cousin, let’s go bowling!

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Grand Theft Auto V – Ritorno a Los Santos!

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Cinque anni più tardi, ecco un nuovo capitolo principale approcciare la scena, a fine generazione.

GTA V ha promesso sin dall’inizio di regalare il capitolo più mastodontico della serie, sia per quanto riguardasse il mondo di gioco, sia in fatto di gameplay. Anche questo capitolo è stato accolto con hype e trepidazione da parte dei fan, vendendo i suoi milioni di copie solamente al lancio.

Cos’ha portato di nuovo GTA V nella formula di Rockstar, vincente ormai da anni?

Inizio col dire che la trama di GTA V è decisamente più curata rispetto a quella dei capitoli precedenti. La storia prosegue in modo fluido, intenso e coinvolgente. Abbiamo tre punti di vista differenti, per tre protagonisti differenti. Completate una serie di missioni per personaggio, queste tre linee narrative arrivano puntualmente a intrecciarsi in un unico grosso filone, che permette il proseguire della trama. Quindi cosa offre la campagna di GTA V?

Il gioco inizia con un colpo in banca da parte di tre individui: Michael Townley, Trevor Philips e il loro amico Brad. Il colpo va male quando, fuggendo dalla polizia, Brad e Michael vengono sparati e Trevor è costretto alla fuga per sfuggire all’arresto. Timeskip di nove anni e Michael è ora nel programma protezione testimoni sotto il nome di Michael De Santa, un ricco abitante di Vinewood (la versione Rockstar di Hollywood) scontento della propria esistenza, sposato a una moglie infedele e padre di due figli deludenti. Al filone si aggiunge poco dopo Franklin Clinton, afroamericano del ghetto di Los Santos che combatte per guadagnarsi una vita migliore e infine, più tardi nella storia, farà il suo ritorno Trevor, pazzo omicida schizofrenico e sociopatico pronto a incasinare maggiormente le vite degli altri due protagonisti.

Il punto di forza maggiore di GTA V è proprio l’intero concept dietro l’utilizzo di tre protagonisti.

Non solo Michael, Franklin e Trevor regalano tre punti di vista differenti nel corso della storia, ma incarnano, a loro modo, tre aspetti fondamentali della saga sia tramite le loro speciali abilità nel gameplay, sia tramite la loro personalità. Michael, con la sua speciale abilità bullet time (presa fresca, fresca da Max Payne 3) è l’ideale per le sessioni TPS, Franklin rappresenta al meglio quella parte gangsta già vista in SA e la sua capacità di rallentare il tempo durante l’utilizzo di un veicolo regala un feeling a la Midnight Club. Infine Trevor è l’ideale per causare il finimondo tra una missione principale e l’altra, grazie alla sua special che gli permette di ignorare gran parte dei danni ricevuti. Devo poi aggiungere, che nonostante il mondo di gioco sia enorme e tremendamente vario, il passaggio da un personaggio all’altro richiede caricamenti minimi ed è reso fluido e divertente, poiché è difficile prevedere cos’hanno fatto i due personaggi restanti, mentre utilizzavi il precedente. Potreste passare da Franklin a Trevor, solo per trovare quest’ultimo in cima a una montagna, mentre indossa un vestito a fiori, dopo la sbornia del giorno prima.

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In fatto di gameplay ci sarebbe molto da dire. Cercando di sintetizzare, basti sapere che tutte le feature di GTA IV sono tornate e sono state migliorate. Il gameplay è più dinamico, il sistema di copertura è stato rivisto, il bilancio tra le missioni principali e le sessioni dedicate all’esplorazione open-world, reso perfetto. Vari i mini-giochi, al biliardo e al bowling, sono stati sostituiti il golf, il tennis e lo yoga. Ognuno di questi, è stato curato nei minimi dettagli, tanto che GTA V potrebbe essere considerato come il contenitore di più titoli.

Il paesaggio vario di Los Santos poi, ha permesso agli sviluppatori di sbizzarrirsi con ogni tipo di gara secondaria, che vada dal moto cross giù per le montagne, al triathlon, al paracadutismo e così via. San Andreas in GTA V è enorme (sebbene ridotta rispetto a GTA: SA), alla zona strettamente urbana di Los Santos, si alternano quelle montagnose e quelle deserte di Blaine County.

Il giocatore può utilizzare aerei, elicotteri, moto, auto, bici, motoscafi, jet ski, funivie, dirigibili e altro ancora per partire alla totale esplorazione del mondo di gioco. Oltre alle missioni principali e secondarie, ci sono un tipo di incontri casuali (già visti in GTA IV) che aggiungono divertenti e inaspettate esperienze di gioco (come ad esempio la missione che fa da parodia a The Hangover, Una Notte da Leoni). Torna anche la possibilità di esplorare il mondo subacqueo, così come è ora possibile raggiungere altitudini incredibili e godersi un panorama mozzafiato. La grafica non dovrebbe mai essere il primo pensiero di un giocatore, ma quella di GTA V è effettivamente la prima cosa che salta agli occhi. Se dovessi fermarmi a elogiare qualcosa in particolare, sarebbe il senso di distanza che regala la prospettiva, molto realistico e ben lavorato.

Riguardo la colonna sonora, quella di GTA V riesce a far meglio del predecessore (con pezzi quali Radio Ga Ga dei Queen e I’m Free di Kenny Loggins), anche se rimane inferiore rispetto a quelle dei predecessori.

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Infine abbiamo GTA Online. Lo dice il nome… È GTA Online, non c’è molto altro da aggiungere. Il giocatore ha la possibilità di creare il proprio personaggio, svolgere missioni, rapinare negozi, arricchirsi e spendere il proprio denaro come meglio crede: Appartamenti con garage, vestiti, armi, veicoli, tatuaggi, tagli di capelli ecc. Una delle cose più riuscite di questa modalità, è il fatto che la progressione del personaggio sia ben costruita; non potrete svolgere missioni che vi permetteranno di guadagnare abbastanza da comprarvi una dimora con attico e piscina sin dal livello 1, dovrete lavorare per raggiungere posizioni più alte nel mondo del crimine di Los Santos. Livellando il vostro pg, sbloccherete nuove missioni, con profitti e vantaggi maggiori, ma attenti a non far incazzare la persona sbagliata. Una delle feature di GTA O, prevede infatti un sistema di taglie e ricompense. Un giocatore vi sta importunando? Mettete una taglia sulla sua testa e i restanti giocatori della sessione non faranno altro che andare alla caccia del malcapitato, cercando di accaparrarsi la ricompensa.

La modalità multiplayer di GTA V è sicuramente una delle più riuscite che ho provato negli ultimi anni, là dove il multiplayer è diventato quasi un obbligo. Unica mancanza grave, che spero sarà colmata a breve tramite patch, è la possibilità di organizzare rapine di gruppo o veri e propri colpi in banca, cosa che era stata promessa sin dal trailer di debutto.

GTA V e GTA Online salutano la generazione PS3/Xbox360 grandiosamente. Trovate un modo per provare questo titolo, perché non ve ne pentirete.

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E così si conclude la nostra retrospettiva della saga di Grand Theft Auto. Speriamo vi sia piaciuta e ci auguriamo continuerete a visitarci nel nuovo anno. Alla prossima!

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