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Come può, una Software House nota principalmente per una particolare serie, serie ormai “dormiente” (escludendo update vari) dal secondo capitolo cercare di accontentare una fanbase che richiede a gran voce un nuovo capitolo? Semplice, si offre un “contentino”, dando una mano di vernice al prodotto, cambiandone il cast e mantenendone le meccaniche. Perché BlazBlue si può vedere anche così, come una sorta di “contentino” per chi da anni desiderava un Guilty Gear XXX, X3, ecc (poi hanno annunciato Guilty Gear Xrd, ma quella è un altra storia)… BlazBlue ha avuto il suo successo e tra sequel e re-release con bilanciamenti, “GOTY” con DLC tutti inclusi e porting vari, siamo arrivati a BlazBlue Chronophantasma, uscito su PS3 in Giappone, in arrivo in occidente via DD e quest’estate su PSVita. Tuttavia, oggi non andremo ad analizzare CP, ma BlazBlue Continuum Shift Extend, nella sua versione per PSVita.

Un po’ di storia… In un picchiaduro?

Parlare di trama in un picchiaduro potrebbe far sorridere, ma così come in Guilty Gear, Arc System Works ha prestato attenzione al comparto narrativo della serie, e per fortuna, CSE viene incontro a chiunque abbia saltato gli altri capitoli, offrendo una Story Mode che copre tutti i capitoli usciti finora. La story mode, oltre ad esser ben scritta, offre pure una discreta longevità per provenire da un picchiaduro, offrendo un totale di circa 5-6 ore in tutto. La caratterizzazione del cast è quella che è, ma a parer mio, è giusto sottolineare il fatto che ASW abbia deciso di offrire una componente narrativa degna di queso nome. C’è pure una piccola modalità extra composta da un quiz su quanto si conosca la storia, davvero un’offerta simpatica e divertente. Insomma, nulla a che vedere con la story mode di P4 Arena.

Muovere le dita alla velocità della luce!

Partiamo con le buone notizie. CSE offre un tutorial completissimo, ottimo per i neofiti della saga e che chiunque provenga da un altro picchiaduro (che non sia Guilty Gear) dovrebbe seguire per poter comprendere al meglio il gameplay. Una volta completato il Tutorial è possibile affrontare una serie di prove specifiche per ogni personaggio, via via di difficoltà crescente, cosa che aiuta anche ad imparare qualche combo da utilizzare nei match. Insomma, il gioco offre all’utente tutti i mezzi necessari per poter apprendere al meglio non solo le basi, ma anche come utilizzare il suo personaggio preferito.

Passiamo ora ad un aspetto che potrebbe dividere molto l’utenza. CSE è un picchiaduro piuttosto tecnico e dal ritmo molto veloce, e di conseguenza richiede una buona conoscenza dei fondamentali ed una velocità d’esecuzione da non sottovalutare per essere in grado di eseguire al meglio azioni offensive e difensive. Va anche sottolineato come nonostante varie re-release volte al bilanciamento, ci siano ancora dei personaggi particolarmente squilibrati e potenti rispetto ad altri ancora “deboli”, ma questa è una parentesi dedicata principalmente a chi vive a pane e picchiaduro e sta ore ed ore a discutere di Theory Fighting.

 

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Passando ai controlli, il gioco offre un semplice layout a quattro tasti, risultando adattissimo all’utilizzo sulla portatile Sony, e sia d-pad che leva analogica, svolgono con soddisfacente risultato il loro dovere, con risposta immediata e precisa ai comandi inseriti.

È possibile dunque controllare il personaggio ed infilare Normals, Specials, Distortion Drives e Astral Heat senza timore di sbagliare (una volta presa mano, ovviamente).

Prima di passare ad analizzare il multiplayer, finiamo di osservare le altre modalità in singolo che il gioco offre. Oltre alle già citate Story Mode e Challenge, abbiamo la classica Arcade Mode, Training Mode ed infine la Abyss Mode, una sorta di gauntlet semi-infinito di scontri con la possibilità di potenziare il personaggio tramite acquisti in un negozio in-game ed affrontare le versioni “Unlimited” di alcuni personaggi, dei veri e propri mostri che spesso e volentieri vi faranno dare di matto. Questa modalità offre 999 piani, e chi vi scrive, al momento non l’ha ancora completata.

Passiamo infine al Multiplayer, croce e delizia di ogni picchiaduro. L’utenza su PSVita ormai scarseggia, ma nel periodo in cui si riusciva ancora a trovare gente ho avuto modo di testare il netcode e la “qualità” degli altri giocatori, entrambi positivi: connessione bella stabile anche con avversari oltreoceano in un buon 90% dei casi e comportamento corretto da parte degli utenti.

Concludendo quest’analisi del gameplay, ci troviamo davanti ad un prodotto di ottima fattura, ricco di modalità adatte a tutti e con un multiplayer capace di funzionare come si deve.

 

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The Wheel of 2D is turning!

BlazBlue rimane ancorato alle sue origini 2D e mantiene alta questa scuola di pensiero relativa alla grafica dei picchiaduro. I personaggi sono composti da un buon numero di frame, e sono, di conseguenza ottimamente animati, così come lo sono le mosse speciali ed i fondali. La scelta cromatica che unisce il tutto è davvero azzeccata, e lo schermo OLED di PSVita non fa altro che rendere giustizia ai colori ed alla grafica del gioco. Tecnicamente la versione portatile può combattere a testa alta con la sua sorella maggiore da salotto.

Il comparto sonoro è altrettanto ben curato, con doppiaggio di qualità ed effetti sonori azzeccatissimi. La colonna sonora non è da meno, e sebbene non sia ai livelli di quella paurosamente rockettara di Guilty Gear o quella superbamente Jazz di Skullgirls, si difende benissimo grazie ad un ottimo studio della composizione e l’abbinamento dei giusti temi ai giusti personaggi e luoghi.

Longevità… 999:

Al giorno d’oggi, per rendere longevo un picchiaduro, è determinante l’online. Per quanto ad oggi sia deserto o quasi, la componente Single Player rimane comunque bella corposa, capace di offrire un gran numero di ore perché tra tutte le modalità disponibili, è più che possibile arrivare a 40 ore di gioco complessive, se non di più. Certo, se l’online fosse ancora popolato, offrirebbe sicuramente un bel gruzzoletto d’ore in più, ma ora come ora ci si deve accontentare di quel che passa il convento, forse con l’uscita di Chrono Phantasma, sarà possibile tornare a suonarsele online senza troppi problemi.

Il miglior picchiaduro su PSVita:

Per quanto si potrebbe stare ore a discutere su “Picchiaduro 2D vs Picchiaduro 3D”, è innegabile che per meccaniche, contenuti, comparto tecnico e longevità, BlazBlue sia il miglior picchiaduro attualmente disponibile su PSVita. Ora non resta che sperare in un uscita rapida di Chrono Phantasma in Europa, così da poter vedere com’è andata ad evolversi una serie già piuttosto completa e soddisfacente.

Voto finale: