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GamesCom 2014, Conferenza Sony – Jim Ryan (SCEE) annuncia che Playstation 4 ha raggiunto 10 milioni (!!) di unità vendute.
Al giorno d’oggi tutto il mondo (o quasi) è videogiocatore, questo “boom” del mercato ha sicuramente contribuito al raggiungimento di un tale traguardo, tuttavia sorge spontaneo chiedersi come mai il più lieve cambio generazionale della storia videoludica, paradossalmente, registri questo eclatante successo. Oppure, il perché di un così netto divario con la diretta concorrente, l’Xbox One che, sorvolando sulle cappellate di Microsoft nella discutibile gestione marketing, è pressoché lo stesso prodotto se non per quelle ormai 3-4 (numericamente) “misere” esclusive di punta su cui ancora può contare; o anche, Nintendo che con Wii U offre il miglior rapporto software-prezzo e continua ad essere altamente snobbata. Fatto sta che Playstation 4 vende, eccome se vende, sarà per il marchio trendy, gli annunci, le promesse, ma la gente continua inesorabilmente a comprare “next-gen” quasi a scatola chiusa dando input al mercato sempre più qualitativamente preoccupante.

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Facendo un esempio in cui penso chiunque si possa ritrovare, torniamo indietro di qualche anno e valutiamo il precedente salto generazionale della console del momento, la Playstation, nel passaggio da Playstation 2 a Playstation 3: notevoli ed evidenti miglioramenti tecnici, implementazione a 360° del multiplayer online, lettore blu-ray, network dedicato (PSN), servizi digital delivery, Trofei, applicazioni, ecc. insomma, si parla di un netto step evolutivo di un sistema che, per conseguenza diretta, impatta sul modo di giocare creando di fatto nuove esperienze di gioco. Un parco features per nulla paragonabile in termini innovativi a quello avvenuto attualmente con la quarta versione della console, per altro, nemmeno supportata da grandi esclusive in grado di fare la differenza – anzi, sono ancora moltissimi i titoli cosiddetti cross-gen, il tutto a dimostrazione di quanto sia frivola la differenza fra i due sistemi di gioco.

Playstation Evolution

Eppure, Playstation 4 batte ogni record. Merito anche di una concorrenza altamente sprovveduta: Microsoft, dall’annuncio di One, si è più volte fatta harakiri con un Kinect che assurdamente faceva lievitare il prezzo di ¼ in più rispetto alla controparte Sony, tutta la questione sui giochi usati su cui hanno fatto miserabilmente dietrofront vista la reazione dell’utenza (giustamente!) e il problema delle esclusive il cui numero sembra sempre più relegato alle dita di una mano; ma anche Nintendo  che, pur di anticipare il salto generazionale, rimane sempre un passo indietro tecnicamente, inoltre le features Wii U non hanno avuto lo stesso impatto che fecero invece quelle Wii, ma il fatto di mantenere proprio il maggior numero d’esclusive e brand storici le permette comunque di far presa su una solida fetta di giocatori instancabilmente affezionati.

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Fatto sta che, ad oggi, NESSUNA delle tre console casalinghe che trascinano il mercato vale effettivamente l’esborso economico richiesto. Lasciando perdere i numeri e le statistiche, perché si dovrebbe passare alla “next-gen”? Non ci sono giochi in grado di regalare una qualsivoglia esperienza di gioco innovativa, originale, nuova, anzi vi sono i “remaster” di giochi usciti un anno fa, i cross-gen, qualche esclusiva e un trilione di funzionalità social e/o slegate dal gaming per le quali l’interesse dovrebbe rasentare il 5% nella valutazione d’acquisto; per dovere di cronaca, è giusto spezzare in questo caso una lancia a favore di Nintendo, l’unica che (come sempre) ha il coraggio di osare e proporre prodotti se non altro volti a creare nuove esperienze.

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Il problema è che, invece, i giocatori stanno premiando questa situazione. E’ un paradosso, ma la fossa se la sono scavata quei gamers che accusano i “casualoni” di aver rovinato l’industria videoludica, ma in salotto hanno una Playstation 4/Xbox One: chi, appunto, dovrebbe avere cognizione di causa sarebbe il primo a doversi opporre a questo mercato NON COMPRANDO. Di questo passo,  l’utenza sta premiando un modus operandi di minimizzazione innovativa verso una smisurata domanda di omologazione del prodotto videoludico, basato su standard discussi e criticati, ma ugualmente acquistati; insomma, diveniate padroni del mercato, consci che le case produttrici vogliono soddisfare i vostri interessi e anziché lamentarsi che “Final Fantasy non è più quello di una volta”, “esce il solito Call of Duty tutti gli anni” o “ecco l’ennesimo spin-off uguale a tutti i precedenti Assassin’s Creed” basta lasciarli sullo scaffale o prenderli, se non potete farne a meno, quando costano la metà.

Così, l’industria videoludica avrebbe la speranza di tornare prospera e ricca di qualità anziché di quantità.