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Circa due anni fa, Intelligent Systems ha rilasciato l’ultima entry nella sua serie di successo, Fire Emblem. L’ultimo capitolo, nominato Awakening, ha riportato l’attenzione su una serie che molti avevano dimenticato e che solo negli ultimi anni aveva destato l’interesse di nuovi giocatori, grazie all’inclusione di personaggi famosi dalla serie, quali Ike e Marth, nel crossover di Nintendo Super Smash Brothers Brawl. Non solo Awakening ha avuto l’importante compito di avvicinare nuovi giocatori alla serie, ma anche quello di salvare quest’ultima dall’essere totalmente abbandonata negli anni successivi! Ci sarà riuscito? Scopriamolo assieme:

Questa è la mia storia

Fire Emblem Awakening dà al giocatore la possibilità di creare il proprio Avatar, che sarà al centro delle vicende del gioco assieme a Chrom, anche lui protagonista della storia.

Grazie all’accattivante design del gioco, ma allo stesso tempo semplice, il giocatore potrà scegliere il sesso, il nome, il colore dei capelli, il taglio, la voce e il modello base del personaggio, avendo così a disposizione una personalizzazione varia e tutta da esplorare.

Durante il progredire della trama, accadrà di essere soggetti a scelte che potrebbero influenzare lievemente il corso degli eventi. Nulla che abbia grande impatto certo, ma potreste sbloccare dialoghi leggermente diversi e nuove scene di partita in partita. Potrete scegliere tra le file del vostro party il partner perfetto per il vostro Avatar e quindi sbloccare il personaggio figlio nato da quella particolare combinazione, nella seconda metà del gioco. Insomma, Awakening dà al giocatore voce in capitolo, sebbene non troppa.

Gameplay classico, o no?

Come detto, Awakening doveva portare nuova utenza e fama all’IP senza necessariamente perdere quella che già aveva. Per farlo, aveva bisogno di un gameplay familiare ma, contemporaneamente, messo a nuovo. Qui assume parecchia importanza la “Casual Mode” del gioco: la serie di Fire Emblem è da sempre stata famosa per la sua caratteristica di “morte permanente” dei membri del party. È proprio ciò che sembra significare, se il personaggio moriva in battaglia, era necessario ricaricare il salvataggio per farlo/a sopravvivere al resto del gioco o, in caso contrario, continuare senza di lui/lei.

La Casual Mode di Awakening è una sorta di condizione attivabile o meno con il New Game; dopo aver scelto la difficoltà (tre disponibili) il giocatore può scegliere se giocare senza la costante minaccia della perdita di un membro del party o continuare con la classica caratteristica che ha distinto la serie fino ad oggi. Una feature che riesce sicuramente ad avvicinare il casual gamer o chi cerca partite meno impegnative.

Altri elementi di commercializzazione possono esser visti nei nuovi elementi Visual Novel. Il giocatore ha la possibilità di sviluppare i rapporti dei personaggi facendoli combattere fianco a fianco in battaglia e in un secondo momento cliccando sulla funzione “Sostegno”, che aprirà una sorta di finestra di dialogo tra i membri del party. Così facendo, sbloccherete un livello “Legame” che va da C a B, da B a A e nel caso si tratti di trovare un partner, da A ad S.

Non solo questa funzione migliorerà le prestazioni dei personaggi in battaglia se fatti combattere come duo, ma permetterà di sbloccarne altri nella seconda metà del gioco e di approfondire la conoscenza di alcuni membri del party che altrimenti, avrebbero ruoli minimi nel corso della trama. Può non essere il miglior modo per approfondire la conoscenza dei personaggi, ma quantomeno è funzionale al gameplay ed è un modo semi-originale di intrattenere il giocatore tra una battaglia e l’altra. Inoltre, la creazione di legami è qui un importante elemento narrativo.

Per il resto, il battle system è quanto di più classico si possa trovare nel genere dei GDR turn-based. La battaglia si divide in turni tra party e nemici, l’avanzare negli scenari è in caselle. Le armi utilizzabili dai personaggi variano da spade ad archi, da lance ad asce, a proiettili e incantesimi tutti consumabili e riacquistabili nei negozi sparsi per la World Map. È possibile sfidare altri giocatori online in tutte le mappe presenti nel gioco, e arrivare a sbloccare anche personaggi dai vecchi capitoli grazie a missioni secondarie e riutilizzarli successivamente in battaglia.

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I personaggi utilizzabili sono quasi quaranta (alcuni dei quali sbloccabili grazie alla funzione street pass del 3DS) e quasi tutti possono cambiare la “Classe”. A loro volta, le classi disponibili sono oltre quaranta, alcune delle quali evoluzioni delle precedenti mentre altre classi esclusive per specifici personaggi bonus, e con il loro sviluppo mettono a disposizione nuove abilità d’adoperare in battaglia.

Insomma, tanta roba…

Amicizia, una battaglia per il futuro e le catene del destino.

Il plot alla base di Fire Emblem Awakening è semplice: Chrom, erede del regno d’Ylisse e discendente di Marth (famoso protagonista del primo capitolo) è a capo dei Pastori, un gruppo di combattenti che aiutano i bisognosi e proteggono le terre del regno. Incontrerà subito il vostro personaggio e gli chiederà di unirsi alle sue file in ruolo di stratega (un ruolo azzeccato visto che questo è un GDR tattico). In breve, i Pastori saranno coinvolti nell’invasione dei risorti, nella lotta a questa nuova minaccia e nelle crescenti ostilità con il regno vicino di Plegia.

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Sin dall’inizio del gioco sarà chiaro al giocatore che il futuro e il destino sono due elementi importanti nel susseguirsi della narrativa, ma non aggiungerò altro perché la trama di Fire Emblem, per quanto semplice possa essere, va goduta a pieno.

Mi basta dire che la storia che Awakening arriva ad offrire è una storia di legami e lotta al destino, e per quanto questi possano sembrare temi banali o triti e ritriti al giorno d’oggi, vi posso assicurare che il gioco li tratterà al meglio delle sue possibilità riuscendo magistralmente nell’intento.

Grazie, Awakening.

Come detto a inizio recensione, Fire Emblem Awakening rischiava di essere l’ultimo capitolo della serie. Grazie ad una delle ultime affermazioni di Intelligent System, ora sappiamo che se il gioco non avesse venduto oltre le 250.000 copie, la software house si sarebbe dedicata ad altro, così mettendo la parola fine ad una delle più vecchie IP di Nintendo. Fortunatamente, il gioco ha oggi venduto oltre le 450.000 copie e sembra continuare bene, il futuro della serie è quindi assicurato (grazie anche al crossover FE x SMT annunciato qualche anno fa). Tutti i fan della saga e i nuovi giocatori che hanno apprezzato questo capitolo, dovrebbero essere quindi grati a Intelligent System per aver sfornato questa piccola perla.

Concludendo…

Non mi resta altro da aggiungere ad eccezione del fatto che il gioco abbia una delle soundtrack più versatili e tremendamente azzeccate nel contesto. Una piccola mancanza può essere rappresentata dalla mancanza di una modalità New Game + che avrebbe sicuramente giovato al replay value.

Fire Emblem Awakening è uno dei titoli più meritevoli disponibili su Nintendo 3DS e tutti i possessori della console dovrebbero provare quest’ottima esperienza.

Voto Finale:

4