Tag

, , , , , , , , , , , , , , , ,

Negli ultimi anni, almeno tre creature sembrano essere tornate al centro dell’attenzione dei vari media: gli zombie, i vampiri e i draghi.

Questi ultimi in particolare sono tornati alla ribalta dopo il rilascio di Skyrim e da allora, che si parli di videogiochi, o film, o altro, non c’è stato neanche un anno che passasse senza un titolo in cui gli alati rettili non fossero il catalizzatore degli eventi di almeno un’opera. Capcom è stata al passo con questo trend, e nel 2012 ha rilasciato Dragon’s Dogma, titolo snobbato da alcuni ed elogiato da altri.

1

Qualcosa di familiare…

La trama di Dragon’s Dogma parte da un plot di base semplice, ma efficace.

Dopo un breve tutorial, la narrativa parte dal risveglio del Drago, una creatura che in gran parte della sua mitologia porta morte e distruzione. Qui, non è da meno. Infatti l’arrivo del drago è visto come presagio di sventura e della fine del mondo. Protagonista delle vicende, è un popolano che vive una vita semplice nel villaggio di pescatori noto come Cassardis. Durante una giornata qualsiasi, il Drago fa visita al villaggio con fuoco e fiamme, inducendo così il protagonista ad armarsi e a tentare l’impresa di ucciderlo. Naturalmente questo non accadrà, al contrario il drago tramortirà il nostro eroe ma riconoscendo in lui un qualche prescelto deciderà di non ucciderlo e limitarsi a strappargli il cuore battente dal petto. Sopravvissuto senza alcuna spiegazione logica, il protagonista udirà la voce del drago, che gli imporrà di armarsi nuovamente e di cercarlo, solo così l’Arisen (termine con cui il protagonista sarà ora noto) potrà reclamare il suo cuore.

Un plot sicuramente simpatico, ma… Non vi sembra familiare? Chiunque abbia avuto un’infanzia negli anni 90, ricorderà il film Dragonheart, film che se non è stato una diretta ispirazione per Capcom, condivide comunque più di una similitudine con la trama del gioco.

 2

Altra avventura, altro eroe.

Ormai, che si tratti di jrpg, rpg o action-rpg, la character creation è una di quelle features che si vedono spesso e volentieri nei videogiochi, andando ad evolversi e ad arricchirsi con il passare di ogni anno. La character creation di Dragon’s Dogma in particolare, è sicuramente una delle più riuscite che io abbia mai visto. Mettendo da parte le molteplici opzioni di acconciatura e tratti facciali (che come al solito sono parecchie anche qui), Dragon’s Dogma permette di modificare la stazza, il peso, l’espressione, il tono della voce, la razza, la muscolatura, la postura e molto altro, approfonditamente e minuziosamente. Potremo modificare ad esempio una parte specifica del personaggio, senza necessariamente modificare il resto della corporatura.

3

Sebbene alcune di queste opzioni si vedano raramente nei sistemi di character creation, il punto di forza del sistema che presenta Dragon’s Dogma è quello che vede la creazione del personaggio essere funzionale poi alla classe che si finirà per scegliere. Ad esempio, un “distruttore” (il classico barbaro), sarà parecchio avvantaggiato se il nostro protagonista sarà grande e grosso, laddove un personaggio molto basso avrà una portata minore se sceglierà la stessa classe. Infine, sono rimasto parecchio stupito da quanto bene si sposassero i personaggi alle cutscenes. A livello grafico Dragon’s Dogma non ha nulla da invidiare a nessun titolo dell’era 3/360, il fatto che Capcom sia riuscita ad evitare bug o imperfezioni varie durante i filmati con un titolo che permette la totale personalizzazione del protagonista, è un merito che dovrebbe essere riconosciuto.

4

Dragon May Cry?

Il gioco è stato spesso paragonato ad un’altra importante IP di Capcom: Devil May Cry. Certo, verrebbe da chiedersi cos’abbia in comune un action-jrpg con setting medievale, con il franchise che ha battezzato il genere dei puri action così come li conosciamo oggi. Be, forse proprio la componente action stessa. In breve, durante le battaglie in Dragon’s Dogma, il feeling a là DMC non dubito possa esser stato sentito da chiunque abbia familiarità con la serie del mezzo diavolo dal cappotto rosso. I comandi in primis danno un senso “già visto”, soprattutto se la classe con cui si sta giocando è quella del guerriero. Lo scagliarsi verso il nemico con un fendente, la possibilità di lanciarlo in aria per poi continuare con delle combo e altre abilità simili, possono e daranno effettivamente un senso di deja vu. Personalmente, il gameplay di Dragon’s Dogma l’ho trovato più simile ad un Monster Hunter e a Shadow of the Colossus, soprattutto grazie alla possibilità di arrampicarsi sui boss di dimensioni più grossa e colpirli dove più fa male. Questa possibilità oltre a risultare divertente e ben costruita, rende sicuramente più epiche le varie boss battles con avversari che non si vedono poi tanto spesso nei videogiochi come la chimera, l’idra, la coccatrice, orchi e i grifoni, elemento questo che rende Dragon’s Dogma piuttosto originale.

5

Paragoni a parte, il sistema di classe del titolo è un’altra delle feature ben strutturate. Le “vocazioni” disponibili per il protagonista sono in totale nove, ognuna con nove “ranghi” da raggiungere. Ad ogni nuovo rango corrisponde la possibilità di apprendere nuove tecniche e magie che ci permetteranno di specializzarci in una vocazione specifica. È anche possibile per il giocatore cambiar vocazione in un qualsiasi momento. Tra le nove disponibili, in particolare è degna di nota quella chiamata Arciermago che, come suggerisce il nome, è capace di scagliare frecce magiche contro il nemico.

6

Pedine a me!

L’Arisen è in grado di controllare le pedine, esseri senza una vera e propria loro volontà, che obbediscono solo agli ordini del loro padrone. Oltre a poter personalizzare del tutto il nostro eroe, lo stesso varrà per la sua pedina principale, che ci accompagnerà durante tutta la durata del nostro viaggio. Il reclutamento delle altre pedine è una delle colonne portanti del gioco. Mi spiego: solo la nostra pedina principale sarà sempre (o quasi) al nostro fianco, le altre due che potremo invece portarci dietro saranno reclutabili per tutta la mappa di gioco o tramite la cosiddetta “Faglia”. Non avendo infatti una modalità multiplayer (cosa rara di questi tempi), Capcom ha comunque aggiunto al titolo una componente online che potesse in qualche modo “unire” le varie esperienze di gioco dei suoi giocatori, in questo caso appunto la Faglia. In Dragon’s Dogma, infatti, è possibile reclutare le varie pedine create da altri giocatori. Tuttavia, il reclutamento delle nostre pedine dovrà essere consequenziale al nostro livellare, altrimenti rischieremmo di portarci dietro pedine di supporto decisamente troppo deboli per le sessioni di gioco più avanti nella trama, e si potrebbe finire per andare incontro al frequente game over.

Non vi basta? C’è Dark Arisen

7

Dragon’s Dogma può contare su una longevità che si aggira intorno alle cinquanta ore di gioco che possono però, tranquillamente arrivare a novanta e oltre se non avete fretta di passare da una missione principale all’altra. Una volta conclusa la trama principale, avrete le possibilità di passare al new game plus. Se tutto questo non dovesse bastarvi, il dlc Dark Arisen (rilasciato ora anche in versione retail con tutto il gioco originale) farà al caso vostro. Dark Arisen aggiunge un enorme dungeon opzionale alla già enorme mappa originale, nuove equipaggiamenti e armi, nuovi potenti avversari e in generale un livello di sfida decisamente più alto. Se volete arricchire l’esperienza, Dark Arisen può tenervi occupati per un’altra buona settimana.

Concludendo

Un buon motore grafico, una trama semplice che scatena il suo pieno potenziale verso la fine, boss battle divertenti, un sistema di classe appagante e un replay value altissimo sono gli elementi che caratterizzano Dragon’s Dogma. Il gioco riesce ad intrattenere al meglio che può e va riconosciuto come un buon tentativo da parte di Capcom di non fossilizzarsi solo sulle sue IP di punta. Rimane solo da chiedersi se la casa giapponese potrà stupirci nuovamente con Deep Down che, al momento, sembra promettere bene.

Voto Finale:

8