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Parlare di Mind Zero è interessante. All’annuncio era tutta una caccia alle streghe a causa del pericolosissimo “affronto” di essere un Persona Clone, e siamo onesti, le basi per fare questo ragionamento, seppur poche e “collegate” con molta fantasia, ci sono. Ma come dissi all’epoca ai detrattori, se così si può chiamarli, “Aspettiamo e vediamo se il gioco ha una sua identità, o se scopiazza e basta”. Ed il gioco non scopiazza, anzi, ha una sua identità ben definita, sia a livello narrativo che ludico.

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Scegli con attenzione la tua arma

Nel mondo di Mind Zero (aka: Giappone, Modern Day), le MINDs sono un fenomeno conosciuto dal governo e da forze speciali, esistenti in una sorta di mondo parallelo noto come Inner Realm, e le loro fuoriuscite, vengono spacciate per attacchi furibondi causati da una nuova droga chiamata per l’appunto MIND. Nel gioco impersoneremo Kei, che in un giorno di pioggia incontra le vere MINDs e sblocca la sua. Assieme alla sua combriccola (inizialmente composta da Sana, Leo e il detective Ogata), decide di sfruttare i suoi nuovi poteri per bloccare altre fuoriuscite ed arrivare a scoprire la verità su queste creature e sull’Inner Realm. La trama nel complesso è, seppur sempliciotta, funzionale e scorrevole, e la narrazione lascia ampio spazio alla produzione di un sequel. Il gioco soffre parecchio sul fronte del Character Development, in quanto son tutti piuttosto monodimensionali e privi di particolare spessore o fascino.

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Dungeon Crawling 101

Se guardiamo Mind Zero nella sua essenza, ci troviamo davanti ad un dungeon crawler piuttosto semplice: si procede di piano in piano da un dungeon all’altro, ogni tanto cadendo in qualche trappola, ogni tanto attivando qualche leva e sempre e comunque, combattendo nemici su nemici in numerosi incontri casuali. Ed è qui che Mind Zero, pur restando ancorato ai canoni dei classici Battle System a turni, riesce a differenziarsi. Nel gioco potremo affrontare gli scontri in maniera semplice nel 90% dei casi, ma le Boss Battle porteranno ad un’attenta gestione dei nostri indicatori di salute: LP, MP e TP. I LP sono il corrispondente dei cari, vecchi HP. Se verranno azzerati, andremo in KO. I MP rappresentano gli “HP” delle MINDs a nostra disposizione. Sarà infatti possibile mantenere evocata una MIND finché i nostri MP non si azzereranno naturalmente (ogni turno d’evocazione ha un costo proporzionato ai nostri MP) o saranno azzerati dagli attacchi nemici. Ed infine abbiamo i TP, utilizzati per eseguire ogni sorta di mossa (ottenibili tramite Skill Card equipaggiabili e potenziabili): Magie, Attacchi Speciali e Burst (un turno extra, ma il costo in TP aumenta). La “genialità” del BS sta qui, nel dover gestire questi 3 elementi in maniera da non restare mai a secco: se evoco la MIND non posso usare oggetti a meno di non usare il Burst, ma se non evoco la MIND, son molto più debole agli attacchi nemici. È possibile gestire manualmente la cosa per trovare il giusto equilibrio, anche perché per buona parte dell’avventura, gestire questi elementi sarà fondamentale. La difficoltà non è mai troppo alta se si gioca ad Easy o Normal (suppongo), ma ad Expert più che difficile, il gioco è pesante perché porta a grindare spesso e volentieri tra un dungeon e quello successivo, in quanto lo sbalzo nella potenza nemica è piuttosto visibile. Condiscono il tutto alcune piccole Side Quest (più che altro Fetch Quest o Kill Quest) e la solita miriade d’equipaggiamenti tra armature, accessori e via dicendo.

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Elementare, ma gradevole

Il comparto tecnico di Mind Zero, specialmente quello grafico non è certo… Brillante. Anzi, è chiaramente un titolo per PSP portato in fretta e furia su PSVita. Tuttavia, svolge il suo lavoro, e risulta gradevole anche grazie agli ottimi artwork che accompagnano il gioco e ad alcune scelte stilistiche molto bizzarre ma azzeccate.

Il fronte sonoro è “buono per metà”. Se da un lato abbiamo la possibilità di avere il dual-audio ed una buona miriade d’effetti sonori, dall’altro siamo (purtroppo) castrati dalla presenza di un’OST povera, che poteva esser molto più prepotente come numero di brani, data la qualità di quelli presenti, veramente niente male.

 

La lunghezza… dipende

Misurare la longevità di Mind Zero non è propriamente facile: molti fattori influenzano la durata, come il livello di difficoltà scelto, il numero di Side Quest effettuate, la quantità di grinding, ecc… Direi che una buona media tra tutti gli elementi si aggira tra le 40 e le 45 ore supponendo una difficoltà che sta a Normal. Scendendo ad Easy potrebbe calare il monte ore e salendo ad Expert, ovviamente, aumenta. Il tutto senza contare il dungeon che si sblocca nel Post Game e l’eventuale decisione di prendere tutti i trofei.

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Ha le capacità, ma non s’impegna appieno

Mind Zero è un gioco con il potenziale per un buon “franchise” (diciamo che almeno un secondo episodio potrebbe starci), ma non sfrutta appieno la console su cui si trova e di conseguenza ne soffre. Alcune ingenue scelte di design vanno a minare l’esperienza, che potrebbe quindi risultare sgradevole ad alcuni, ma che nel complesso risulta valida e completa nel suo essere solo “una prima parte”.

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